Filierafutura
Il 15 maggio 2020, presso l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, è stata costituita l’associazione Filierafutura, nata su iniziativa della Fondazione CRC per promuovere l’innovazione e sostenere l’unicità e la competitività della produzione agroalimentare di qualità italiana, ambito d’eccellenza per tutto il territorio nazionale e leva strategica per la fase di ripresa a seguito dell'emergenza sanitaria.
16 i soci firmatari dell’atto costitutivo. Oltre all’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e Coldiretti Italia, 14 Fondazioni di origine bancaria da tutto il territorio nazionale: Ente Cassa di Risparmio della Provincia di Viterbo, Fondazione CARIGE, Fondazione Cassa di Risparmio di Biella, Fondazione Cassa di Risparmio di Bolzano, Fondazione Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana, Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia, Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi, Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra, Fondazione con il Sud, Fondazione CRC, Fondazione CRT, Fondazione Friuli.
Oggetto di intervento:
L’associazione si pone lo scopo di incentivare, raccogliere, stimolare e portare a compimento progetti condivisi per generare innovazione utile allo sviluppo del settore agroalimentare italiano. Nello sviluppo delle proprie attività l’associazione manterrà una forte propensione all’etica, e una particolare attenzione alla sostenibilità economica, ambientale e sociale delle proprie iniziative, ponendo al centro della propria attenzione i bisogni delle persone, delle comunità, degli enti e delle attività produttive coinvolte. Un elemento caratterizzante sarà rappresentato dalla tutela e alla valorizzazione della biodiversità agroalimentare locale, con una focalizzazione sulle aree interne e i territori marginali, presenti in tutte le regioni italiane.
L’intenzione è quella di favorire la ricostruzione di filiere produttive, paesaggi, insediamenti umani e sostenere progetti di recupero di terreni, di strutture produttive e di saperi artigianali. L’insieme di queste azioni sarà finalizzato a ricreare economie locali sane e nuove attrazioni turistiche che, insieme, possano contribuire a un rilancio occupazionale anche rivolto alle giovani generazioni.
Strategia di intervento:
La strategia di intervento per l’innovazione dell’agroalimentare italiano prevede una profonda revisione dei modelli di produzione, distribuzione e consumo del cibo. Per questo motivo si ipotizza una strategia di intervento strutturata e fondata sui seguenti elementi cardine:
• analisi dei modelli esistenti lungo l’intera filiera: da una verifica della biodiversità presente a una valutazione dell’impatto ambientale delle produzioni in loco, dalla valutazione dell’impatto delle tecnologie sulle comunità locale a quello dei trasporti e così via;
• valutazione delle criticità: individuazione dei punti di rigidità normative e organizzative che impediscono il rinnovamento;
• implementazione di progettualità innovative e di iniziative formative coerenti che, tenendo conto dell’esistente e sorpassando le criticità, possano essere il motore della rinascita. A titolo di esempio, si potrà lavorare su agricoltura 4.0, comunicazione digitale, e-commerce.
Le ricadute positive attese della strategia per l’innovazione dell’agroalimentare italiano riguarderanno la tutela della biodiversità, la salute e fertilità dei suoli la salvaguardia del paesaggio, l’apertura di nuove realtà produttive, la nuova occupazione giovanile, la comunità locale e le interazioni con i flussi turistici. L’ambizione è quella di arrivare alla costruzione-ricostruzione di borghi produttivi caratterizzati da una forte rete di attività agricole e artigianali di qualità e di una conseguente rete distributiva di piccola scala che consenta il rilancio vero di economie locali integrate e, quindi, aperte ad una valorizzazione turistica coerente di quei territori.